12. Confessioni d’amore (1978)

OffiCINO, Montegonzi
Materiale: Ferro
Dimensioni: 16,5 x 30 x 26 cm

L’opera è il prodotto di un periodo di sperimentazione in cui la resa plastica non è più mimetica, bensì volta a sintetizzare il soggetto. In Confessioni d’amore le figure rimangono allora ben identificabili grazie alle proprie caratteristiche essenziali ed è per questo che l’opera può definirsi sintetica e decisamente figurativa. Sono infatti evidenti i due soggetti, un uomo e una donna che, seduti a terra uno accanto all’altra, portano avanti la conversazione dai toni intimi. Il soggetto maschile sostiene sé stesso con il braccio sinistro appoggiato alla gamba sinistra, piegata in avanti, e il suo sguardo sembra essere rivolto all’orizzonte, come a voler enfatizzare il flusso di pensieri che porta avanti il dialogo. La figura femminile, invece, ha una postura chiusa su sé stessa e rivolta verso il compagno, con le gambe raccolte e le braccia che dolcemente seguono l’andamento del corpo. Il capo della donna è chino e sembra avvicinarsi leggermente all’uomo nel tentativo di ascoltare e cogliere le parole del suo interlocutore. Il braccio sinistro di lei e quello destro di lui sono uniti tra loro attraverso il ferro che non va mai a dividersi, rendendo esplicito all’osservatore il legame che unisce i due teneri amanti. L’opera è considerata tra le più emblematiche della produzione di Cino e rappresenta il suo esordio in pubblico. Viene esposta alla rassegna di Bacchereto nel 1983 e sebbene questa sia la prima partecipazione di Cino ad un’esposizione, l’autore, con quest’opera, si aggiudica il secondo premio assoluto.