
43. Donna indiana (1983)

L’opera Donna indiana è forse il risultato che meglio trasmette la sintesi della sperimentazione inerente alla volumetria geometrica e minimale, iniziato nel 1983 con Autuomo [cat. op. 28]. Il soggetto è di fatto rappresentato come una grande massa compatta, formata da geometrie solide che creano un effetto particolarmente evidente di chiaroscuro. Nell’opera è assente ogni tentativo di mimesi formale e solo grazie al titolo è possibile interpretare lo sviluppo delle geometrie come il lungo vestito della donna che, partendo da quelle che paiono spalle, arriva fino ai piedi del soggetto. L’interpretazione è in ogni caso affidata allo spettatore, lasciando che la materia, nella sua plasticità così prorompente, sia la vera e propria protagonista della scena.