
49. Percorso astrale (1994)

Quest’opera appartiene al periodo di sperimentazione iniziato da Cino nei primi anni Novanta e trovano una rispondenza grafica con una serie di studi su carta intitolati dall’artista Percorsi astrali, datati tra 1993 e 2002. Questi schizzi rappresentano varie circonferenze, tutte di un diametro di circa 26 cm, con al loro interno differenti percorsi e forme per lo più rettilinee o rettangolari. In questa scultura, il percorso si struttura all’interno del disco tramite forme rettangolari di diverse dimensioni che vanno a interrompersi nel momento in cui intersecano la circonferenza. L’opera è pensata perché il pubblico possa osservarla da entrambi i lati ed è per questo che anche il ‘retro’ presenta il medesimo sistema geometrico; a sorreggere il tutto c’è un piedistallo in portoro nero, attestazione della sperimentazione polimaterica dell’artista. Il fascino dell’opera risiede nel dialogo instaurato con l’occhio dello spettatore, coinvolto in un sottile gioco dinamico con la scultura, costruita sull’alternanza di pieni e di vuoti. La dialettica degli spazi pieni e vuoti è sicuramente riconoscibile nell’artista da cui Cino prende ispirazione, ovvero Arnaldo Pomodoro, di cui vede, probabilmente nel 1993, sulla rivista ‘Quadri e sculture’, l’opera A due pezzi in contraddizione datata al 1963 (Quadri e sculture 1993: 95). Sebbene la soluzione plastica adottata da Cino differisca dal modello, l’aspetto comune è riscontrabile nel percorso visuale tra la pluralità di spazi e l’indagine circa la figura del cerchio, che in Pomodoro si sviluppa attraverso, la sfera mentre in Cino si sviluppa nel disco. L’assonanza e il richiamo alle famose sfere di Pomodoro risiedono principalmente sullo sviluppo dell’elemento del labirinto, inteso per entrambi gli artisti come un percorso non solo fisico ma soprattutto visuale, quasi mentale.