6. Ultimo seme della terra (1973)

OffiCINO, Montegonzi
Materiale: Ferro
Dimensioni: 24,5 x 35 x 12 cm

Attraverso l’opera Ultimo seme della terra è possibile osservare quella che è una sorta di ibridazione, una fase di passaggio tra la soluzione espressiva e quella, invece, sintetica degli anni Ottanta. Da un punto di vista formale, una lettura della superfice del materiale e la resa volumetrica, rendono evidente come l’opera sia una decisa anticipazione di quelle che sarà la plasticità degli anni Novanta nell’opera di Cino. La scultura in sé, infatti, è formata da una lastra sottile e rettangolare dalla superficie totalmente levigata. Essa è sorretta da due sostegni alla base che suggeriscono allo spettatore un punto di osservazione frontale, come se ci si trovasse dinnanzi a un dipinto. La soluzione è di fatto grafica, con il terreno espresso attraverso una sezione di esso che lo spettatore osserva come se si trovasse proprio sottoterra. Al centro della composizione si apre una concavità dalla quale nasce il seme. Quest’ultimo è rappresentato in maniera espressiva: il seme è un vero e proprio elemento organico dotato di vita che, arrivato al determinato punto del suo ciclo, si apre a metà e germoglia, cercando così la via, attraverso il terreno, che conduca la piantina in superficie.